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Esce a fine gennaio  “POP SIMPATICO CON VENATURE TRAGICHE” il  primo disco ufficiale di IRENE GHIOTTO, scritto, suonato e arrangiato da lei con la collaborazione della violoncellista Valentina Cacco.

Esce a fine gennaio 2016 “Pop simpatico con venature tragiche” il primo album ufficiale di Irene Ghiotto cantautrice nata e cresciuta nella provincia di Vicenza.

Dopo aver ricevuto diversi riconoscimenti e aver calcato palchi importanti come quello dell’Ariston in occasione della 63esima edizione del Festival di Sanremo (categoria ‘Nuove Proposte’), Irene Ghiotto è ora pronta per il suo primo disco ufficiale, scritto, suonato e arrangiato da lei con la collaborazione della violoncellista Valentina Cacco.

“Il primo disco non si scorda mai” racconta Irene “In particolare quando arriva a trent’anni, dopo tentennamenti, strade a senso unico, inversioni di marcia, sterrato con scarponi e pantofole su parquet. Arriva lento e compie il giro di boa con una calma irritante, una serenità incurante. Inizia il suo viaggio, fresco come una rosa, mentre io barcollo sotto l’effetto della stanchezza e si mette in marcia con un tempismo perfetto, simultaneo al mio insonne e agognato riposo. E’ frutto di un intimo rapporto dialettico, sicuramente tormentato e anche un po’ disfunzionale, con il pop. Una relazione annodata e contorta di sesso sfrenato, schiaffoni e serenate al chiar di luna, condivisione e annientamento, doni e rimorsi. Pop simpatico con venature tragiche è un disco intimo, profondo, meditato, soggettivo. Ma anche dinamico, esplicito, colorato. Apre un dialogo rispetto alle possibilità della forma canzone nei correnti e disagiati tempi moderni. Tempi in cui tutto deve essere veloce, catchy, prepotente; tempi in cui molto risulta poi lieve, fugace, privo di radici. E’ in questo, difatti, simpaticamente tragico e tragicamente simpatico. Sospettosamente simpatico, autenticamente tragico, fintamente noioso, verosimilmente sincero”.

Pop simpatico con venature tragiche” è stato registrato, mixato e masterizzato da Max Trisotto presso True Colours Studio e Franz. Studio e contiene dieci brani inediti.

La produzione del disco è costruita attraverso il meccanismo del loop ritmico, maggiormente composto da schiocchi di dita, mani, labbra, lingua e soffi e sbuffi d’aria. Il fiato e il battito appoggiati uno sopra l’altro contribuiscono a tessere la trama, la geometria su cui si intrecciano i fili del canto. La voce racconta, si fa piccola, urla di rabbia e piange di dolore, attorno a mille altre voci che incollano e inchiodano la canzone alla nuda pelle e la avvolgono come una sciarpa morbida e spessa.

Pochi strumenti, usati come variazioni tonali, dentro al grande astuccio dei colori primari: forti, accesi, diretti ma anche sfumati con le dita e impiastricciati di carta pesta.

Questa la tracklist del disco: “Una Mosca”, “La strada sbagliata”, “La filastrocca della sera”, “Ciglia”, “Cinque anni” , “Canzone inutile”, “Gioco di parole”, “Lieto fine”, “La sposa”, “Il nostro orizzonte”.

L’artwork dell’album esprime il lavoro musicale della cantautrice, una danza di richiami alla cultura pop rivisti, smontati e rimpastati. La copertina gioca con l’errore e la distorsione: l’immagine che ritrae il volto di Irene è stata elaborata attraverso un software audio per ottenere un disturbo digitale, una rottura degli equilibri in grado di generare una sorta di incomprensione digitale.

Il risultato è un’opera di “glitch art” all’interno della quale è proprio il malfunzionamento l’origine della sua valenza estetica. La bocca è al centro di questa “rottura” per i molteplici ruoli che ricopre all’interno dell’album: strumento ritmico, generatore di suoni e rumori, base e melodia vocale.

Per Informazioni:

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